Dietro la curva del Sentiero, una deviazione per cui essere grata.
Sono molto grata alla vita per avermi traghettato in un mare prima a me sconosciuto. Ho lasciato le sponde certe e sicure della salute per affrontare l'incertezza del vivere.
Ho permesso che le certezze si sgretolassero, non senza il terrore e la paura di naufragare irrimediabilmente.
Ho temuto di arrecare un dolore profondo ai miei figli, al mio amato e ai miei amici.
Ho pianto.
Ho sofferto e, a volte, ho cercato la speranza nel profondo istinto di sopravvivenza.
Ho creduto nella vita, nella mia vita e nel suo/mio significato profondo.
Oggi posso dire di aver trovato un nuovo significato alla parola "coraggio" e mai avrei pensato di doverci avere a che fare in maniera tanto intensa.
Ringrazio me stessa perché, nell'affrontare la paura di morire, ho trovato una gioia di vivere che prima leggevo solo nei libri e che, con abile inconsapevolezza, professavo senza mai averla davvero gustata nella sua pienezza.
Non so se posso definirmi guarita. A volte mi sento ancora nel processo di guarigione e credo sarà così per tutta la vita, perché sono consapevole che le guarigioni dell’anima percorrono sentieri invisibili e traiettorie a volte scomode.
Non amo più etichettarmi né chiudermi in un ruolo.
Non amo più pensare a me stessa come un personaggio il cui copione non sia modificabile. Amo riscoprire una nuova me, fuori dall’idea che ho avuto di me stessa per anni.

Onoro ciò che sono stata e lo integro oggi nella mia nuova forma: una forma NON forma, una forma possibile e invisibile, una forma potenziale che si esercita nella disciplina dell'estensione e nella manifestazione di sé.
Ed è così che mi apro al divenire e al manifestarmi attraverso le mie attitudini, le mie passioni e i miei talenti, che oggi riconosco essere vari e diversi tra loro, ma che sento anche consoni e allineati alla mia natura.
La promessa che faccio a me stessa, nella vita che mi sarà concessa, è quella di voler conoscere e manifestare i doni che la mia essenza porta con sé, nella forma di questo corpo, di questa mente e nella mia attuale esistenza. Io prometto di essermi fedele e di fare di tutto per ascoltare la voce della Manifestazione... una voce che non è quella della paura del giudizio, del fallimento e, infine, della paura stessa.
Ed è con coraggio che desidero rendere sacro il percorso, ancora in atto, del Sentiero di Coraggio e della sua divulgazione.
Con la massima umiltà, consapevole che il coraggio non è assenza di paura, ma richiede la volontà di accogliere ogni vulnerabilità che si affaccia nelle nostre vite.
Io sono vulnerabile.
Io ho paura.
Ed è per questo che ho incontrato e incontro il coraggio.